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LA CERAMICA ATTICA

 

Nella produzione della ceramica greca, particolarmente fiorente per tutto il primo millennio a.C. occupano un posto di primo piano i vasi attici, che ce ne offrono la più vasta testimonianza .

Oltre all’indubbio interesse storico, derivante dal fatto che le loro raffigurazioni ci documentano molti aspetti della vita del tempo, essi hanno un reale valore artistico, presentandosi spesso come vere e proprie opere d’arte.

La produzione di vasi attici comincia ad avere caratteri propri tra il IX sec. ed il 750 circa a.C.

fino a trovare il massimo splendore nel VI sec. a.C.( produzione indicata con il nome di Ceramica Attica a figure nere), periodo in cui la ceramica Attica contribuisce in maniera essenziale e quasi esclusiva all’arte della ceramica greca. All’inizio del VI sec. a.C. infatti, tutte le fabbriche di ceramica che erano fiorite a Corinto, Rodi e Sparta, scompaiono di fronte al trionfale sviluppo della ceramica Attica, che nel giro di pochi anni batte ogni concorrenza.

I vasi Attici vanno arricchendosi sempre di più di motivi e la pittura si perfeziona fino a raggiungere figurazioni complesse e movimentate.

I particolari delle figure sono ottenuti con sottilissime punte metalliche che incidevano la vernice nera dopo la cottura, facendo riapparire il rosso.

Il pittore non si limita a creazioni puramente grafiche, ma fa vivere le sue figure in un mondo di passioni, gioie e dolori, esprimendo nella posizione e soprattutto nel volto, la condizione psicologica del soggetto rappresentato.

Dal 530 a.C. inizia la produzione della Ceramica Attica a figure rosse, di assoluta innovazione tecnica. Meravigliosa è la sottigliezza delle linee, che dovevano essere tracciate con pennelli speciali, sottilissimi e forse costituiti da una sola setola.

 

 

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