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Le cariche pubbliche

Presso i Fenici il sacerdozio non fu considerato come un impiego esclusivo.
Talvolta i sacerdoti potevano assumere la dignità reale.
Il governo della città era detenuto dalla potente casta sacerdotale e dai sovrani locali che venivano divinizzati dopo la loro morte.
Selinunte, come tutte le città Cartaginesi, era governata da un re che, tuttavia doveva tenere conto sia del potere sacerdotale, sia del consiglio degli anziani (che rappresentavano gli interessi del ceto commerciale, artigianale) e dei proprietari terrieri.

Detentori del potere supremo erano i "Suffeti" (giudici) scelti tra i patrizi benestanti. Duravano in carica un anno.
I "Suffeti" detenevano il potere giudiziario e una parte di quello esecutivo.

Il Senato, o giunta dei notabili anziani, e l'Assemblea popolare, formata da grandi uomini (Camera alta), si dividevano il potere legislativo e il resto.

Una sorta di democrazia diretta, quella punica, che rispondeva pienamente alle esigenze di una città commerciale.