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La vita domestica

Utilizzando il materiale ritrovato in Selinunte, ma soprattutto la documentazione archeologica proveniente da tutta l'area siceliota, oltre che le fonti letterarie e le rappresentazioni figurate, possiamo farci un'idea della vita domestica.

La cucina 


Nelle case dei primi coloni la cucina trovava posto nell'unico ambiente di cui esse constavano.Quando la casa si ingrandì, la cucina doveva presentarsi come un piccolo ambiente, dotato di un focolare che talvolta si trovava all'esterno, nel cortile, come si riscontra ancora frequentemente nel mondo mediterraneo. I focolari erano costituiti da strati di argilla pressata, generalmente circolari, e spesso delimitati da alcune pietre poste verticalmente. Non sembra sia esistito un sistema per l'evacuazione del fumo. Il focolare funzionava come un braciere, sul quale si disponeva la brace preparata all'esterno con del carbone di legna. Si faceva anche uso di scaldini o bracieri in terracotta, con manici laterali e spesso con una apertura nel supporto per regolare il tiraggio facilitando la combustione. (Specialità alimentari Cartaginesi)

Il forno

A Selinunte in una casa ellenistica lungo la strada E2 gli scavi hanno portato alla luce un forno domestico, per la cottura cioè del pane, come si deduce dalle scene domestiche evocate da gruppi di terrecotte beotiche. Esso si trovava nel cortile, all'ingresso di un piccolo vano di proporzioni modeste che aveva forse funzione di cucina; il forno era costituito da uno strato di terracotta spesso circa cm. 10, indurito dal fuoco.Le tavole, documentate dal piedi e dai ripiani lavorati separatamente, erano o di pietra o di terracotta; quelle più basse erano utilizzate davanti ai letti di banchetto. Bauletti e cofani in legno o in vimini, di cui sono stati rinvenuti modelli ridotti in terracotta in qualche mobilio funebre, erano usati per conservare le stoffe e il vasellame prezioso, e taluni erano ornati di serrature o di "appliques" decorative in bronzo; erano correntemente di forma rettangolare e poggianti su piedi più o meno alti. 

Il vasellame

Il vasellame di uso corrente, di forme varie a seconda della destinazione, era in terracotta. Le anfore venivano utilizzate per la conservazione ed il trasporto del vino, dell'olio e delle derrate sotto sale, ed i bolli appostivi permettono di individuarne la provenienza. Nei pithoi, di grandi dimensioni, erano depositate le riserve di grano e d'olio d'oliva. Le idrie e le stesse anfore erano utilizzate per i liquidi di consumo corrente come l'acqua e il vino, e quindi usate, al pari di coppe e tazze dalle forme più varie, per il servizio da tavola e nei banchetti. Le pentole panciute con coperchio servivano alla cottura. Vassoi e piatti erano di
forme cronologicamente varie. Il vasellame di lusso era in bronzo e in argento e non era riservato soltanto ai culti e alle offerte funerarie. 

L'illuminazione

L'illuminazione delle case fu molto modesta oltre che fumosa e maleodorante.
Gli scavi  hanno restituito una notevole quantità di lucerne per lo più di terracotta, di diversi tipi, che consentono di parlare di evoluzione. Per il periodo arcaico vi sono rari esemplari in marmo importati dalle Cicladi; per il periodo successivo modelli di bronzo. Erano le lucerne tutte ovviamente ad olio, il più delle volte con un sol becco, dal quale fuoriusciva un lucignolo immerso nell'olio. In seguito furono dotate
di più becchi. Queste lucerne erano talvolta sistemate sul piattello di un candelabro. In parte uscivano da fabbriche locali, in parte erano importate dalla Grecia continentale o dall'Est. Dovevano inoltre essere usate, come in Grecia, candele e torce di vario tipo. Chi usciva fuori durante la notte doveva farsi luce da se‚ con una lucerna o con una fiaccola.

Il riscaldamento 

Per il riscaldamento veniva usato quel tipo di braciere di cui abbiamo parlato a proposito della cucina.
Si sa che veniva inoltre usato un tipo di sgabello imbottito e montato su un telaio con quattro piedi che lo isolavano dai  pavimenti freddi e umidi. 

Le sedie

Le forme più comuni di sedie erano: il "dìphros", sgabello senza schienale, leggero e trasportabile, e il "klismos" con schienale. Piccole panche in muratura esistevano sia all'intemo della casa che all'estemo, addossate al muro di questa, nel cortile. Si doveva fare scarso uso delle sedie, poichè‚ gli abitanti vivevano per la maggior parte del tempo fuori di casa, e per consumare i pasti in famiglia si servivano non di sedie ma di letti (klinai), su cui, almeno dall'epoca classica, era tradizione mangiare semisdraiati. Questi letti erano sorretti da quattro gambe di altezza variabile (su quelli più alti si saliva con uno sgabello), erano ricoperti di eleganti drappi dai vivi colori, forniti di cuscini e spesso abbastanza larghi per due convitati; accanto al letto si poneva un tavolino individuale (trapeza) su cui venivano disposti i cibi a portata di mano. 

I letti

I letti per dormire dovevano essere in legno e provvisti di cinghie o di graticci vegetali su cui erano soltanto gettate le coperte; ma nell'epoca arcaica doveva essere frequente dormire per terra su un giaciglio di foglie e paglia o formato di giunchi intrecciati. 

L'arredamento

I mobili veri e propri dovevano essere limitati ai  citati cofani e bauletti (niente armadi o mobili con cassetti) e in complesso l'interno delle case doveva essere molto modesto. Dell'arredamento dovevano far parte spesso altari familiari (arule), in terracotta la maggior parte, decorati da motivi in rilievo o dipinti, utilizzati per la celebrazione dei
culti domestici. Generalmente erano rettangolari e atti a ricevere delle offerte (dolci rituali, ecc.) o a bruciarvi
delle piante aromatiche. A seconda delle epoche, potevano.anche essere di forma cilindrica o quadrata.