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Il temenos di Zeus Meilichios

Poco a nord del santuario di Demetra Malophoros, in un peribolo quadrato di 17 m. per lato che pare inglobato in un successivo ampliamento del peribolo della Malophoros, è il temenos consacrato a Zeus Meilichios. L'appellativo Meilichios "dolce come il miele" è un attributo di Zeus come divinità ctonia attestato in alcune iscrizioni recanti il nome di Zeus Meilichios in caratteri arcaici. Un culto, assai diffuso nell'occidente greco insieme a quello di Meilichia riconosciuta in Afrodite e Hera a Poseidonia (Paestum) e in Demetra a Selinunte, praticato anche in ambiente italico come dimostra il tempio dedicato a Giove Meilichio a Pompei. Il piccolo peribolo presentava, nella sua ultima fase di vita (prima metà del III secolo a. C. ), lungo i lati sud e nord, due portici con colonne di vario genere provenienti da un preesistente portico di età ellenistica. All'interno del peribolo è ancora visibile un piccolo sacello prostilo di 5,22 m. x 3,02 m. con colonne doriche monolitiche ed epistilio ionico con gocciolatoio senza mutuli, preceduto da due altari. Il complesso che si fa risalire al IV secolo a. C., è stato oggetto di ripetuti rimaneggiamenti durante il IV secolo a. C. e nella prima metà del III secolo a.C.  

Questo culto tipicamente greco, infatti, venne assorbito durante la fase fenicio-punica alla quale si fanno risalire i numerosi ex voto, ritrovati attorno al temenos, formati da una stele singola o a doppia protome maschile e femminile (Meilichios e la sua paredra ?); considerate puniche anche se una stele reca un'iscrizione greca. Quest'ultima, oggi esposta al Museo Regionale Archeologico di Palermo, nonostante sia stata dettata con caratteri greci, non può essere con sicurezza attribuita alla fase greca classica poichè‚ tra i punici convivevano molti greci che continuavano a parlare la lingua ellenica. Alla stessa fase punica è attribuibile l'altare in pietra, posto ad ovest del temenos di Zeus Meilichios, inglobato nell'ampliato peribolo della Malophoros, al centro di una vasta area. Qui sono state rinvenute numerose deposizioni rituali costituite da corredi vascolari figurati importati dalla Grecia, da ossa di animali combuste e da una serie di stele aniconiche e antropomorfe. L'altare, con basamento alto 1,05 m., ha sopra il piano sacrificale tre blocchi squadrati di forma trapezoidale posti in piedi, il più meridionale dei quali ha nell'estremità superiore una decorazione a "gola egizia" poco pronunciata. Questi blocchi simboleggiano i tre betili della religione punica.