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Le Cave di Cusa

Immagine panoramica a 360°

Jean Houel

 

A circa una decina di chilometri ad Ovest di Selinunte gli ingegneri selinuntini trovarono la pietra migliore per realizzare le loro opere grandiose. Si tratta della zona delle cosiddette Cave di Cusa, dove il banco di calcarenite, affiorante per un tratto notevolmente lungo, offri la possibilità di realizzare i pezzi più grandi necessari alle opere cittadine. I grandi capitelli e le altrettanto imponenti colonne del tempio G furono tagliate qui grazie ad un sapiente uso di strumenti metallici. I pezzi, dopo essere stati quasi interamente realizzati, venivano staccati dalla loro matrice grazie all’effetto martinetto prodotto da cunei di legno espansi per effetto dell’acqua. Perchè così lontano andare a reperire la pietra per i templi? La risposta è semplice. Le Cave di Cusa sono il punto più vicino a Selinunte dove il banco di calcarenite si mostra compatto e massiccio a tal punto da poter staccare elementi di dimensioni così vistose come quelli del tempio G. Per gli altri elementi di più ridotte dimensioni venivano usate numerose cave molto più vicine alla città, come quelle dai sintomatici e evocativi nomi delle Latomie e delle Parche. Le Cave di Cusa non hanno confronti per la loro ampiezza e per il loro incredibile stato di conservazione che permette l’analisi di tutte le fasi di lavorazione della pietra. L’impressione che si ricava dalla vista delle cave è quella di grande abilità tecnica ed organizzativa se si pensa che tutto ciò avveniva a grande distanza dalla città che era la destinataria di quei possenti macigni. Le cave furono in uso dal VI sec.a.C. fino alla fine della vita della città greca. Un evento traumatico - la conquista punica - determinò il momento di interruzione improvvisa del lavoro di cava. I pezzi vennero lasciati laddove erano, alcuni appena sbozzati, altri completamente finiti e già partiti per il lungo viaggio verso la destinazione. I Punici non ne ebbero più bisogno data la modestia delle loro realizzazioni architettoniche. Inoltre Selinunte stessa costituì per loro e per i posteri la più grande cava della zona. Il cantiere di cava si bloccò all’ora x del giorno x improvvisamente e senza preavviso. La terra, la vegetazione ed il tempo hanno intaccato la freschezza dell’improvvisa interruzione, ma non sono riusciti a togliere i segni ad opere bloccate in diversi gradi di lavorazione e finitura.
 

Le fasi di estrazione dei blocchi

Il trasporto dei blocchi

La fase finale